Molti/e di noi hanno spesso a che fare con i numeri, che sia al lavoro, nello studio o nella vita quotidiana. Ma restando all’interno della vita politecnica, vi è mai capitato di chiedervi che numeri girano al suo interno?
Come ogni anno, il Politecnico di Milano a settembre ha stilato il così noto Bilancio di Genere. Ovvero, un documento pensato per la raccolta di dati relativi al gender gap presente all’interno dell’ateneo. Vengono toccati tutti i livelli: allunni/e, docenti e personale tecnico e amministrativo. Inoltre, una volta presentati numeri e percentuali, vengono anche proposti gli obiettivi che vengono definiti col fine di azzerare la disparità di genere presente all’interno dell’ateneo e poter arrivare a parlare di parità.
Partendo da chi maggiormente popola le aule del Politecnico, nell’anno accademico 2019-2020 sono state registrate le seguenti percentuali di studentesse iscritte alle diverse facoltà:
Lauree triennali: 31.1%
Lauree magistrali: 36.7%
Cifre che sono ben al di sotto del 50% e che se si entra nello specifico, si vede come la facoltà di ingegneria pesa notevolmente su queste percentuali:
Lauree triennali: 22.9%
Lauree magistrali: 27.1%
A differenza delle facoltà di design e architettura che si aggirano intorno al 50-60% di iscritte.
La disparità non viene poi meno se si analizzano i dati relativi a laureati e laureate, dove però si può osservare una situazione ribaltata rispetto alla percentuale di studentesse iscritte alle diverse facoltà: in termini di tasso di occupazione, il divario maggiore è presente tra laureate e laureati alla triennale di design:
88% donne
95% uomini
Per quanto riguarda neo-dipendenti che percepiscono un contratto a tempo indeterminato, il gap più significativo caratterizza la laurea triennale di architettura:
58% donne
81% uomini
Più omogenee sono invece le percentuali delle lauree magistrali e PhD.
Infine, in termini di retribuzione media netta, la situazione non cambia: tutte e tre le facoltà sono caratterizzate dal gender pay gap. Più nello specifico, le differenze in euro percepite dalle neolaureate, rispetto ai colleghi, per ogni facoltà e per ogni grado sono di seguito riportate.
| ARCHITETTURA | DESIGN | INGEGNERIA |
TRIENNALE | -242 | -257 | -163 |
MAGISTRALE | -220 | -265 | -171 |
PhD | -379 | +100 | -250 |
Si nota come solo in una realtà si ha un ribaltarsi della situazione, in cui la differenza è a vantaggio delle donne. Generalmente, però, la differenza tra i generi permane.
Passando al corpo docente e ai primi anni della carriera accademica, solo il 30.2% del corpo docente è rappresentato da donne. Entrando nello specifico dei singoli ruoli, un importante fenomeno da sottolineare è la cosiddetta segregazione verticale: la percentuale di donne decresce via via nel momento in cui progrediscono verso ruoli di carriera più elevata.
RTDA: 42.1 %
RTDB: 33.6 %
Ruolo di I fascia: 23.9 %
Sono le percentuali femminili che caratterizzano i diversi step di carriera all’interno del Politecnico e mostrano come il fenomeno sopra citato sia evidente. Restando sempre in termini di numeri, un certo istante temporale della segregazione verticale può essere espressa tramite il GCI; indice che pone in relazione la percentuale di donne (o uomini) in un’organizzazione, in tutti i ruoli, con la percentuale di donne (o uomini) nel ruolo più elevato di carriera per la medesima organizzazione:
Più il precedente indice assume valori superiori a 1, più le donne sono sottorappresentate nel ruolo in esame.
Nel 2020: GCI = 1.26 e nello specifico delle discipline STEM, GCI = 1.7. A livello di dipartimenti, l’indice maggiore è registrato ad ingegneria, contrariamente a design e architettura, che vedono tale indice attorno all’unità.
Per quanto riguarda gli incarichi istituzionali e di governo, diversi numeri colpiscono particolarmente, per il gap che sottolineano:
12 dipartimenti: 11 direttori e 1 direttrice
Senatori: 3 senatrici su 20 senatori totali
Dottorati di ricerca: 6 direttrici su 19 totali
Coordinatori corsi di laurea: 15 coordinatrici e 31 coordinatori
Quelli presentati finora sono i dati più rilevanti che sottolineano quanto sia ancora presente questa differenza all’interno di un’istituzione come il Politecnico. Ma quali sono gli obiettivi che la nostra università si è imposta di perseguire per arrivare a poter parlare di parità? Soprattutto se si pensa che la stima degli anni necessari ad oggi per chiudere que
sto divario tra uomini e donne sia di 26706 anni.
Innanzitutto, tra gli obiettivi fissati per il triennio 2020-22, è presente la riduzione di almeno il 20% del numero di corsi di studio che presenta una prevalenza di genere rispetto all’altra. Di fatto, il Politecnico non si prefigge solo di eliminare la disparità presente ad oggi a svantaggio del genere femminile. L’università, si pone anche lo scopo di mantenere costante la parità raggiunta nelle facoltà di design e architettura, in modo da non rischiare di arrivare ad un gap a sfavore del genere maschile.
Un ulteriore obiettivo è quello di gestire bene l’ingresso dei giovani accademici: fase spesso significativa, in cui tipicamente si matura il desiderio di proseguire nella carriera accademica. L’Ateneo ha anche deciso di puntare molto su questa categoria, non solo per favorire un naturale ricambio generazionale, ma anche col fine di ottenere un maggiore equilibrio nel corpo docente, pensando in ottica più futura.
Sono poi presenti obiettivi legati anche al sostegno del corpo docente e amministrativo con il fine di conciliare tempi di vita, lavoro e studio. Ma non solo, il Politecnico ha attivato delle iniziative a supporto del benessere lavorativo e studentesco e molte altre azioni che ritiene necessarie per ridurre il più possibile la differenza di genere che ancora si può vedere.
Informazioni più specifiche e ulteriori si possono trovare al seguente link, che rimanda al Bilancio di Genere completo.
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